San Basso - PROLOCO Termoli (CB)

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SAN BASSO

Preteso vescovo di Nizza, santo martire. E' commemorato nel Martirologio Romano il 5 dicembre come martire di Nicia apud Varum fluvium, cioè Nizza, dove però un vescovo di tal nome è ignoto alle antiche fonti agiografiche e ai fasti episcopali.
Riconosciuto da tutti martirologi esistenti) trova uno scritto di Pietro de Natali che parla di un Basso vescovo di Nicaea  sconosciuto alle liste episcopali della Nicea  di Bitinia e concluse che poteva essere stato vescovo dell'altra Nicaea presso il Varo, cioè Nizza.

Vita e Opere di San Basso Vescovo et Martire
Fondatore della Diocesi di Lucera e  discepolo di S. Pietro (anno 53-108 d. C.)

di
DEUSDEDIT ADELFERIO

PREFAZIONE
Una pia tradizione racconta che nel tredicesimo secolo gli angeli portarono in Italia la Santa Casa di Nazareth fino a Loreto,dopo aver sostato per qualche tempo in una località della  Croazia.
Un’altra pia tradizione  ci racconta  che il corpo di San Pietro si trova sotto l’altare del Bernini nella grande basilica senza che si avesse alcuna prova certa dell’esistenza.
Nel 1940 Pio XII, dopo nove anni di ricerche e di scavi, riuscì a riportare alla luce i veri resti veri di San Pietro che confermano la pia tradizione .
Gli storici protestanti e i miscredenti, molti dei quali negano addirittura anche la venuta storica di Gesù ( Bultmann), diranno sempre che quelle ossa non sono di San Pietro perché non si è trovato stampato su di esse il nome, ma a noi poco importa cosa credano coloro che non sanno nemmeno loro su cosa basare la loro fede essendosi divise in mille sette , tutte in guerra tra loro ?
Una pia tradizione popolare a Termoli diceva che nella Cattedrale c’era sepolto l’Episcopi Niceae; e così, durante i lavori per impiantare un nuovo altare, nel 1754 scoprirono un reliquario su cui c’era scritto: “Qui giace il beato Basso Vescovo e Martire”.
Una pia tradizionale diceva che in quella stessa Cattedrale fosse sepolto San Timoteo, figlio carissimo di San Paolo, portato lì dai crociati da Efeso per sottrarlo ai musulmani ad Antiochia .
Nel 1942 furono trovate miracolosamente nella stessa Cattedrale la sacre vestigia di San Timoteo, Vescovo e Martire.
Un’altra pia tradizionale racconta che San Pietro proveniente da Antiochia, sua seconda sede, sia  sbarcato a Brindisi e da qui, lungo l’antica via consolare fino a Roma, abbia predicato e costituito piccoli nuclei di comunità locali ponendo a capo un Vescovo.
Così questa stessa tradizione dice si sia fermato a Lucera e abbia convertito e battezzato lui stesso i neofiti e abbia consacrato un giovane Vescovo, ponendolo a capo della comunità: San Basso.
Una pia tradizione locale dice che il Santo Vescovo Basso a memoria dell’evento costruì una edicola in località San Pietro in Bagno nei pressi di un torrente;  i ruderi  e il logo in cui era posta  l’edicola  esistono tutt’ora ed andrebbero valorizzati.
Un codice vaticano (index apostolorum) e alcuni martirologi ci dicono che sotto Traiano Imperatore, tra i tanti martiri ci fu anche un vescovo chiamato San Basso, ordinato da San Pietro morto martire essendo Pontefice Papa Evaristo nel 108(?).
Nella città di Troia, l’antica Ece  si dice che San Eleuterio, consacrato da San Pietro, morì martire a Roma e che   San Marco si accomiatò da quella prima comunità.
E’noto che San Marco dopo un certo periodo lo ritroviamo sempre con San Pietro come suo segretario e il vangelo di Marco deriva tutto dai ricordi di Pietro.
Un’altra pia tradizione locale dice che il primo vescovo di Bisceglie fosse san Mauro, martirizzato sotto Traiano.
Ancora un’altra pia tradizione locale dice che anche in Sipontum fu posto da San Pietro un vescovo morto nella stessa persecuzione di Traiano  e stessa simile tradizione a Benevento.
Queste pie tradizioni che spuntano come funghi lungo un percorso ben definito sono tutte fandonie oppure hanno un fondo di verità?
Noi sappiamo  per certo che San Basso  è stato ritrovato ed è  un  padre della nostra Diocesi, anzi della Daunia   !
È questa la storia sacra della nostra Diocesi e non altre: è questa la storia che ha dato un senso alle nostre contrade riscattandole dagli eterni corsi e ricorsi ;dimenticarla potrebbe essere fatale.
Tra i santuari italiani mariani, Loreto è quello più autorevole, venerato da molti Santi e da molti Papi, compreso l’attuale , tanto che  si potrebbe dire che la sua storia fonda molte altre storie locali, perché se è vero Loreto, è certa anche tutta la pia tradizione delle chiese locali  con fondamenti storici concreti .
La storia di tale Santuario infatti  si basa su una pia tradizione lasciata alla libera fede dei cristiani.
Se il cristianesimo ha accettato nel suo seno tante di queste pie tradizioni, come possiamo noi non accettare la venuta di Pietro tra noi basata su elementi storici più consistenti?
La Tradizione con la T  maiuscola, insieme alla Sacra Scrittura e all’Autorità del Romano Pontefice, è uno dei tre pilastri su cui si fonda la fede cattolica; essa non sopprime le altre tradizioni, ma le valorizza. Dopo la Rivoluzione Francese si è fatto a gara tra gli “illuministi “, e non solo tra di essi ,  a negare solo  per motivi ideologici e   settari, quindi  non storici e scientifici, tutto ciò che sapeva di storia locale, tutto ciò che poteva appartenere alla realtà concreta , alla storicizzazione di un evento di fede . Non dimentichiamo che i philosophes ritenevano che il pentateuco non poteva essere stato scritto da Mosè (1250 a.C.), perché, dicevano, la scrittura ancora non era nata . Parecchie generazioni sono vissuti di questa pia fandonia ritenendola per certo,compreso certo clero progressista ,  fino a quando la vera scienza e l’archelogia ha dimostrato che ai tempi di Mosè, non solo esisteva la scrittura conosciuta da Mose’ alla corte dei faraoni nella versione sacerdotale , ma che essa esisteva già 2000 anni prima di Mosè a Babilonia e i primi ritrovamenti di scritture  li possiamo datare al 3500 a. C.   !!!
Non dimentichiamo che Gesù ha fondato per prima la Chiesa e in seno al suo apostolato e  tradizione sono nate le Sacre Scritture. Perciò il dogma protestante o delle sette della “sola scriptura” come metro di giudizio di ogni altra verità  non regge, in quanto non tiene in nessun conto che è stata una comunità di uomini, anzi di alcuni uomini, che, ispirati dallo Spirito Santo, scrissero per la Chiesa quelle che sono poi diventate le scritture. La libera coscienza e la libera interpretazione a cui loro si appellano  , autonoma , non può fondare proprio nulla di certo .
Non è scientifica !
E, soprattutto, rimane irrisolto il problema di chi sia l’autorità deputata all’autentica interpretazione delle Scritture, anche se a ben leggere le Scritture questo problema viene risolto.
San Pietro predicò il Vangelo prima ancora che questo fosse scritto, ma quante e quante altre cose della stessa vita di Gesù e, dopo, degli stessi Apostoli, noi non conosciamo?
Il primo Concilio di Gerusalemme ha dato la risposta soltanto alle prime difficoltà che trovava la diffusione del vangelo nelle prime comunità, ma dopo la morte dell’ultimo Apostolo, chi deve interpretare autenticamente le scritture e quindi la fede ; la libera coscienza dell’individuo o i successori degli Apostoli?
Tuttavia ciò che fonda una pia tradizione, a nostro parere, non sono solo le testimonianze storiche, che pure sono necessarie, quanto la fede popolare in quei fatti che non hanno sempre bisogno dell’avvallo dell’autorità perché non sono dogmi essenziali alla salvezza, ma tutto viene lasciato alla libera misura della fede dell’individuo.
Il presente pio racconto non ha alcun carattere storico scientifico, secondo i canoni della moderna scienza storica.
Non è questo il suo fine, né pretende colmare un vuoto generazione di ricerche e dibattiti, ma vuole essere solo un pio racconto, così come ce lo tramanda la tradizione storica locale e la fede popolare.
Chi ha un palato raffinato e gusti superiori lo invitiamo a rivolgersi all’indagine storica serie e vedrà che non tutto quello che qui raccontiamo è privo di fondamento.

Vita ed Opere di San Basso – Primo Vescovo di Lucera, discepolo di San Pietro

SAN  PIETRO
Dieci giorni dopo l’Ascensione di Gesù al cielo, mentre gli Apostoli e Maria SS. erano radunati nel Cenacolo, un forte vento scosse l’abitazione ed apparvero delle lingue di fuoco che, dividendosi, andarono a posarsi sugli Apostoli ivi raccolti. E ivi furono tutti ripieni dello Spirito Santo e incominciarono a parlare in tutte le lingue.
Vi erano allora in Gerusalemme gli Ebrei osservanti provenienti dall’Asia, dal Ponto, dall’Egitto, dalla Siria, dalla Libia e da Roma. La folla,radunatesi per il gran fragore del vento, lì sentì annunciare le opere di Dio, ognuno nella propria lingua, chiedendosi il significato di tutte quelle cose.
Allora Pietro, alzatosi, prese la parola e disse: “Gesù, che voi avete consegnato a Pilato perché fosse crocifisso, secondo il prestabilito disegno, Dio lo ha resuscitato dai morti ed ora siede alla destra del Padre; Gesù Cristo è risorto dai morti e noi siamo suoi testimoni”.
Gli ascoltatori furono colpiti nel profondo del loro cuore da queste parole e gli chiesero che cosa dovessero fare. San Pietro riprese: “Pentitevi e fatevi battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei peccati; dopo riceverete lo Spirito Santo”; e ripeteva: “Salvatevi da questa generazione perversa”.
Quel giorno, raccontano gli Atti, si unirono a loro circa tremila persone.
Questo è il racconto molto sintetico di uno dei primi discorsi di San Pietro, tenuto nel giorno della Pentecoste.  A noi però interessa soffermarci un po’ sul contenuto essenziale della predicazione per capirne la spiritualità e l’insegnamento ai discepoli che lui andava formando  quando percorreva le contrade dell’impero romano e quando sbarcò a Brindisi proveniente da Antiochia per portare il Vangelo fino a Roma dove, secondo la tradizione e San Girolamo, rimase per venticinque anni a capo di quella comunità, fino a quando, nel 68 d.C. circa, sotto l’infausto imperatore Nerone, trovò la morte nei giardini Vaticani, come il più autorevole tra i testimoni di Cristo.
San Pietro fu il primo a sostenere, non senza che lo Spirito Santo glielo avesse fatto capire,che il battesimo andava amministrato ai pagani senza che questi fossero circoncisi secondo la legge giudaica.  
“Non fare agli  altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te” e “riconosci Dio tuo creatore”. Sono questi i due pilastri morali  costituitivi di ogni essere creato, di qualsiasi religione, razza o condizione.
Il Battesimo ci rende figli adottivi di Dio e partecipi della sua natura divina che è onnipotente, infinita, indistruttibile, eterna.
Pietro era guidato in ogni istante dallo Spirito di Gesù, che è la guida principale del nuovo popolo di Dio, come indica pure l’episodio di Cornelio centurione della coorte italica, raccontato pure dagli Atti.
Arrestato, veniva liberato dagli Angeli. Era una figura carismatica imponente del Cristianesimo primitivo. La sua ombra sola guariva gli ammalati, perciò riscuoteva un rispetto e una venerazione straordinaria. San Paolo stesso ci dice che prima di iniziare i suoi viaggi apostolici si recò da Pietro e Giovanni, ritenuti le colonne portanti del Cristianesimo, per sottoporre la sua dottrina e non solo, ma per non correre il rischio di predicare invano, perché “la Scrittura non va soggetta a privata spiegazione”.
L’apostolo Pietro, dopo aver guidato per parecchi anni la comunità esemplare di Gerusalemme, stabilì la nuova sede ad Antiochia, terza città dell’Impero, dopo Roma ed Alessandria. Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani. Lì San Pietro, anni prima, aveva inviato Barnaba quando venne a sapere delle grandi conversioni che avvenivano anche tra i pagani. E lì si rifugiarono dopo il martirio di Stefano molti cristiani per timore di un’altra persecuzione. Perciò ad Antiochia San Pietro confermò nella fede sia ebrei che cristiani provenienti dal paganesimo; e non solo, ma questa sua seconda sede fu eretta a Diocesi come narrano, oltre alla  comune tradizione, due autori cristiani dei primi secoli, Euserbio da Cesarea e Origine, secondo i quali Pietro dopo l’anno 42 d.C., si recò ad Antiochia e ne “fondo l’episcopato”. Nel 44, sappiamo con certezza che Erode muore, mentre due anni prima aveva fatto mettere a morte Giacomo il maggiore, aveva fatto arrestare anche Pietro, poi miracolosamente liberato. Nel 49/50 d.C. San Pietro lo troviamo di nuovo a Gerusalemme per presiedere al Concilio degli Apostoli. Dopo questa data noi riteniamo probabile che abbia intrapreso un viaggio verso l’Italia, sbarcando a Brindisi con alcuni suoi collaboratori, tra cui certamente San Marco   e,  percorrendo tutta l’antica via Appia si fermò effettivamente, tra l’altro, anche a  Lucera e dintorni. Infatti San Pietro venne in Italia e percorse le vie consolari, lasciando ovunque segni della sua presenza; tante pie tradizioni , molte delle quali con un fondamento vero, andrebbero ricomposte come un mosaico lungo tutto il percorso di San Pietro fino a Roma da Brindisi. Ci sono troppe coincidenze, appunto, che rafforzano l’ipotesi che San Pietro di qui sia passato, fondando ovunque comunità di credenti in Cristo.


San Basso
San Pietro dopo Antiochia, guidato dallo Spirito Santo, approdò nella Puglia greco-romana e pagana proveniente dalla Grecia,dappertutto predicando e facendo miracoli ; attirava l’attenzione dei pagani, che non avevano mai visto e sentito cose simili.
Egli operava con la potenza di Dio e con parole ed opere, ottenendo molte conversioni. I neoconvertiti venivano battezzati presso fonti d’acqua corrente (“Giovanni battezzava a Ennon perché lì c’era molta acqua” )  ,come usavano le prime comunità cristiane  e così si formò ben presto un nutrito stuolo di discepoli che lo seguiva ovunque. La caratteristica pastorale di Pietro non era soltanto la predicazione, la conversione e il battesimo, come risulta dalle sue lettere, ma anche la fondazione gerarchica di chiese locali che dopo la sua partenza fossero state in grado di camminare da sole guidate da Santi Pastori e dallo Spirito Santo. La tradizione dice che in Puglia San Pietro consacrò settantatre Vescovi, cioè pastori idonei e reggere le Chiese locali, continuando a fondarle dopo la sua partenza. La tradizione ci dice pure che Egli si fermò nella nostra città e battezzò molti neofiti al torrente Vulgano, consacrando pure Vescovo Basso, un giovane illustre e illuminato, pieno di zelo e di timore innanzi a Dio. La figura luminosa di Pietro, la sua dottrina nuova e i miracoli, segni della potenza divina, ottennero subito molte conversioni nella nostra città.
La tradizione non ci dice quando tempo si fosse fermato, ma certo fino a quando ritenne quella nostra prima comunità formata e in grado di camminare da sola, guidata dallo Spirito Santo.
Battezzò lui stesso molti cristiani presso il torrente Vulgano, a circa tredici chilometri dalla città, lungo l’antica via che menava ad Arpi e a Sipontum. Presso quel torrente, che potremmo considerare il nostro fiume Giordano  e dopo aver battezzato i molti pagani convertiti, impose le mani e consacrò Vescovo Basso, un giovane istruito di indole franca e verace, discendente da una antica e nobile famiglia romana quivi stabilitasi fin dal tempo delle guerre puniche; lo mise subito a capo di quella comunità nascente. Consacrato vescovo Basso, a memoria dell’ evento costruì in quel posto medesimo  una chiesetta,il cui luogo è visibile  ancora oggi  e è da allora chiamato San Pietro in Bagno.
Infatti i primi cristiani per combattere efficacemente il paganesimo non costruivano né statue, né dipingevano immagini, fenomeno che si svilupperà dopo in terzo secolo, ma costruivano invece piccole edicole , chiesette o altari per celebrare gli eventi di salvezza. Questa edicola , poi divenuta chiesetta , costruita dal primo Vescovo, discepolo di Pietro, la possiamo considerare la madre di tutte le altre chiese della nostra zona.
Basso, uomo di Dio, ascoltò subito le parole dell’Apostolo e, senza rimpianti o incertezze, buttò alle ortiche le false credenze ,la scienza basata su  chiacchiere morte, le genealogie e le favole di dei corrotti e senza speranza. La fede in Cristo era quello che il suo cuore di uomo pagano cercava da tempo senza saperlo .
Dice la Scrittura:  “Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio  e  dai beni visibili non riconobbero colui che è ; non riconobbero l’Artefice, pur considerandone le opere. Difatti dalla grandezza e della bellezza delle creature, per analogia si conosce l’Autore” !!( Rom. 2 ).
Le parole di Pietro risuonarono in Basso come quelle di Cristo stesso che per le vie della Palestina indicò agli uomini la via della salvezza. Attraverso l’apostolo il giovane si incontra con lo stesso Signore Gesù, ne fa esperienza personale e capisce che non c’è altro nome sotto il cielo che si possa invocare più alto di  Lui, essendo stato posto come pietra d’angolo per ogni uomo che cerca la salvezza. Dio infatti aveva scelto quel giovane e gli aveva aperto il cuore e la mente alla sua grazia.
Così Basso non esitò un attimo e  con il cuore indiviso, rifiutò tutti gli onori dell’illustre casato, ritenendoli spazzatura: rifiutò una felice carriera nell’amministrazione statale pagana. Abolì  e ripudiò gli spettacoli dei gladiatori con le belve, le divinazioni , i sortilegi,la prostituzione , la sete di successo e di potere, l’avarizia che, dice San Pietro, è idolatria, tutte le concupiscenze della natura umana e pagana corrotta.
Il giovane capì che quella era l’occasione da non perdere per essere un uomo libero  e Pietro, come l’Angelo di Dio, gli offriva la salvezza  voluta da Dio .
Vide subito la differenza tra le opere morte e le opere di vita, tra  la luce e le tenebre, tra la schiavitù del cuore alle passioni umane e la libertà dei figli di Dio. Considerò tutti gli uomini fratelli, creati  tutti da un unico Dio ,aventi tutti la stessa dignità pur essendo di razze diverse  ; ogni uomo libero o schiavo, pur avendo ruoli diversi, vale per la sua dignità di essere creato da Dio e non per quello che fa .
Considerò, quindi , tutti gli uomini fratelli e non considerò stoltezza la croce di Cristo.
Non conosceva ancora le altre Scritture del Nuovo Testamento: le parole di Pietro e lo Spirito Santo erano le uniche fonti della sua fede. La Bibbia non veniva ancora codificata a quei tempi .
Crocifisse sulla croce le opere morte, si immerse nell’acqua del battesimo per rinascere a nuova creatura, figlio adottivo del Padre per partecipare alla Sua natura divina eterna, infinita, onnipotente.
Della fede di Pietro questo gli rimase e questo insegnò ai suoi fedeli e ai popoli della Daunia . Pietro lesse la volontà divina di quel giovane e lo consacrò prima di proseguire per Roma, ultima tappa della sua vita. Lì ebbe inizio la storia cristiana  di queste contrade e lì vide il succedersi dei secoli .
Il Vescovo Basso, si adoperava instancabile per convertire i pagani: in lui la luce della fede non brillava invano.
Senza frode insegnò la Sapienza, non nascose le sue ricchezze. La tradizione tace sull’opera che compì in particolare, né tanto ci interessa saperlo; certo le sue azioni non furono molto diverse da quelle degli Apostoli, dei profeti, dei santi missionari  .
Lo zelo per la casa di Dio, questo ci dice la tradizione , lo vide uomo energico e pieno di vitalità premuroso e instancabile nella dottrina,  tanto che convertì molti  in città e nei dintorni : tutti quelli che la Divina Misericordia aveva predisposti alla conversione.
Le sue opere e la sua dottrina non potevano stare a lungo nascoste essendo lui il pastore del gregge e la lampada posta sul maggio. Quando vide arrivare il lupo non scappò, ma rimase dritto innanzi alla porta, per affrontarlo con le armi della Fede e della Parola di Gesù, che è più potente di qualsiasi arma costruita dall’uomo.
Siamo noi, dice San Paolo, che con “la spada della parola abbattiamo le fortezze dell’errore  e tutto ciò che si oppone alla verità”. Diceva Pietro  invece: “Satana come leone ruggente va in giro cercando chi divorare: resistetegli saldi nella Fede!”. Così quando la persecuzione di Traiano si abbattè sulla Puglia in modo particolare, molti cristiani e Santi Vescovi furono catturati delle autorità pagane. Basso venne arrestato insieme ad altri ; con San Eleuterio ,Vescovo di Ece  (l’attuale Troia) e San Mauro Vescovo di Bisceglie, con San Pantaleo e San Sergio. In questa persecuzione trovò la morte anche lo stesso Sant’Ignazio di Antiochia, che in alcune sue lettere giunte fino a noi ci descrive il suo viaggio come un trionfo verso il martirio in Italia.
Infatti Traiano imperatore dispose che chiunque avesse abiurato la dottrina del figlio del falegname di Nazareth in Palestina, fosse immediatamente scarcerato. Quando giunse l’ora delle tenebre nella Roma dei fasti e delle feste, della superbia e dell’orgoglio, Basso andò incontro al martirio come lo sposo va incontro alla sua sposa. Tra gli invitati speciali alle nozze dell’agnello, non volle mancare per ricevere la palma del vincitore. “Se il seme buono, caduto a terra, non muore, non porta frutto”, disse il Maestro. Il Vescovo Basso, nostro concittadino, diede la sua bella testimonianza insieme a migliaia di altri come lui, i quali non tutti conosciamo, ma che Dio ben conosce perché sono suoi sin dalla fondazione del mondo.
Il Martire Basso, vescovo, che credette alla parola del pescatore di Galilea, ora vive nella gloria del Padre alla destra del Figlio perché campione e vincitore; è salito sul podio dopo aver sostenuto una dura lotta. Egli resta, nei secoli, il Padre fondatore della nostra Diocesi che da allora, ininterrottamente, fino ad oggi esiste.
Il campione Basso ora regna nel cielo non dimenticando coloro che lo invocano. Tornerà alla fine dei tempi con Cristo Signore che verrà nella potenza e nella gloria, sulle nubi del cielo per giudicare tutte le genti e governare le nazioni.
Perché  “la venuta di Cristo con potenza” significa giudizio finale e non più tolleranza di alcuna, benché minima, ingiustizia o peccato, essendo passato il tempo dell’attesa.
Con la venuta ufficiale del regno di Cristo, con i suoi angeli e Santi sulla terra, tollerare il peccato significherebbe essere complice. San Basso ancora oggi ci dice: “Convertitevi perché il Regno sta per venire; io vi ho dato l’esempio”.

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